La dieta mediterranea aiuta la fertilità maschile

dieta mediterranea

Le qualità attribuite alla dieta mediterranea sono risapute: è sana, genuina, bilanciata e non richiede sforzi economici per essere seguita. Dal 2010 si fregia perfino del riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità Unesco. Oltre che rappresentare un toccasana per la salute generale delle persone, la dieta mediterranea piò giungere addirittura in aiuto della salute sessuale maschile.

A ricordare gli effetti benefici del regime nutrizionale più famoso (ma anche più mal interpretato) del mondo è la Società Italiana di Andrologia (Sia), la quale ha di recente cercato di attirare l’attenzione pubblica su alcuni dati preoccupanti riguardanti la fertilità maschile: il vigore sessuale degli uomini registra infatti evidenti cali un po’ in tutto il mondo, e una delle cause principali di questa specie di “epidemia” internazionale risiederebbe proprio in un’alimentazione poco bilanciata.

I colpevoli contro cui il dito è puntato sono gli interferenti endocrini, ovvero pesticidi e xenobiotici. Per curare la fertilità maschile e prevenire l’insorgere di tumori la soluzione più intelligente passa proprio dalla tavola, e quindi dalla pluri-celebrata ed apprezzata dieta mediterranea, raccomandata da tutti i nutrizionisti perché ricca di antiossidanti e grassi vegetali derivanti dal consumo di olio extra vergine di oliva tipico dell’area mediterranea.

La salute a letto passa quindi prima dalla tavola. Per riattivare il circolo cardiovascolare e dare nuovo sprint alla propria vita sessuale è consigliabile puntare su cibi freschi e poveri di grassi animali, quindi via libera ai capisaldi della dieta mediterranea: frutta e verdura di stagione, pane, cereali, legumi, olio extra vergine di oliva e un buon bicchiere di vino rosso a pasto (senza esagerare).

E il dolce? Seguire una dieta sana non significa necessariamente privarsi del momento più atteso dei pasti. Per concludere degnamente il pranzo o la cena ci si può affidare alle benefiche proprietà dei frutti rossi; se proprio non si può fare a meno della cioccolata, sceglierla sempre rigorosamente fondente superiore al 70%.

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La sterilità maschile è da considerarsi ormai “malattia sociale”

infertilità

Nel nostro paese ogni anno si formano circa 450.000 nuove coppie, tra matrimoni e convivenza di fatto. Considerando che il 20-25% di coppie ha problemi di infertilità, si può stimare che ogni anno in Italia 90.000 nuove coppie con difficoltà riproduttive si vengono ad aggiungere a quelle degli anni precedenti non trattate e con terapie in corso.

Siccome la sterilità è una malattia che può durare anche per un ventennio, si stima che oggi in Italia più di 1.000.000 coppie (vale a dire circa 2.000.000 persone!) siano sterili.

In considerazione del fatto che il 40% della sterilità è imputabile a problematiche andrologiche e il 20% a problematiche di coppia si stima che circa 1.000.000 uomini siano affetti oggi da sterilità maschile.

Se si calcola che in Italia ci sono 7.000.000 di individui maschi in età riproduttiva, si può sicuramente affermare che nel terzo millennio un italiano su dieci sia sterile.

Ne consegue quindi che l’infertilità maschile sia sicuramente da annoverarsi tra le malattie sociali, in considerazione anche del fatto che la problematica riscontrata nel maschio investe psicologicamente anche la moglie e quindi i dati su esposti vengono inesorabilmente a raddoppiarsi.

Purtroppo a differenza di ciò che avviene nelle donne la “ricognizione diagnostica della fertilità dell’individuo di sesso maschile” oggi avviene ancora al momento del desiderio di paternità e, quindi, spesso a distanza dell’evento patologico causale della dispermia.

Dott. Andrea Militello, Urologo Andrologo 

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Conoscere il varicocele

salute sessuale uomo

L’elevata frequenza del varicocele già negli adolescenti, merita l’interesse che negli ultimi anni viene dato ad esso. Da quando poi sono emerse strette correlazioni con l’infertilità maschile si comprende ancora di più il valore della suddetta malattia specie nei giovani. C’e da dire che non sempre la correzione chirurgica del varicocele migliora il quadro seminologico, tanto da potersi affermare che esso non e sempre determinante come causa d’infertilità. In una serie di piccole relazioni affronteremo di volta in volta i vari aspetti del problema.

  • Definizione

Definiamo intanto che cosa e il varicocele: Il termine trae origine dal latino Varix-icis e dal greco Kè-le. Quindi il varicocele può definirsi come una dilatazione varicosa delle vene del testicolo o vene spermatiche interne. Queste vene originano dal complesso testicolare ( epididimo e didimo) risalgono in alto lungo il cordone spermatico nel canale inguinale,una esigua parte delle vene posteriori si gettano nella vena epigastrica, la maggior parte delle vene anteriori risalgono in alto per gettarsi a destra direttamente nella vena cava inferiore ed a sinistra nella vena renale.

Esiste nelle donne un equivalente del varicocele maschile? Nelle donne l’omologo complesso venoso è dato dalla vena Utero-ovarica la cui dilatazione porta al varicocele femminile o ”pelvico’”.

Meccanismi Patogenetici
Le cause che possono portare al varicocele maschile possono essere:

1. una conseguenza di una massa occupante spazio nel retroperitoneo o scavo pelvico ( tumori benigni o maligni di questa regione) che comprimo le strutture venose e, che con il meccanismo deI deflusso venoso, realizzano il quadro del VARICOCELE SECONDARIO 0 SINTOMATICO.

2. Una forma Idiomatica o primaria che colpisce in modo prevalente il lato sinistro ( oltre il 98% dei casi).

La causa di quest’ultimo rimane in sostanza sconosciuta. Anche pare potersi ammettere che la genesi possa risiedere in una insufficienza delle valvole cosa che determinerebbe un reflusso venoso con un conseguente aumento presso rio in senso retrogrado. Il varicocele più frequente a sinistra può essere per lo più sostenuto da un reflusso reno-spermatico legato ad agenesia o incontinenza valvolare.

  • Sintomatologia 

Il varicocele determina un senso doloroso gravativi nell’area scrotale corrispondente. Questo dolore può essere a volte confuso con quello di una sindrome prostatitica cronica. Aumenta durante la stazione eretta e nella contenzione sessuale. Un rapido sviluppo di varicocele in un uomo adulto può essere espressione di un tumore renale. Anche il varicocele, come tutte le altre varicosità, può andare incontro a fenomeni flebitici con tutto il quadro clinico ad esso correlato. All’esame clinico si evidenzia come una massa di vene dilatate e tortuose alla radice dello scroto. Esso scompare durante la stazione supina. A volte coesiste una atrofia del testicolo. L’interesse maggiore destato dal varicocele non e tanto il quadro clinico, che il più delle volte e al quanto modesto, quanto la correlazione tra questo e la Sub-.fertilità maschile. varicocele

  • Ipotesi patogenetiche della subfertilità 

Le ipotesi più accreditate sono:
Alterazioni termiche del testicolo
Stasi venosi con conseguente ipossia
Effetto tossico di sostanze refluenti dal rene

II reflusso venoso, facilmente registrabile con un esame Doppler; potrebbe determinare una concentrazione di sostanze dannose con danno all’epitelio germinativo del testicolo. Il più accreditato meccanismo patogenetico rimane certamente l’aumento delle temperature locali.
Questo aumento causa alterazioni seminali agendo prevalentemente sugli
spermatociti in fase di pachitene.
La differenza di temperatura è di solito superiore nel varicocele dell’ 0,6-1,4 %. Ciò si è dimostrato sufficiente ad alterare la spermatogenesi e la maturazione epididimaria.
In conclusione si può affermare che non tutti i portatori di varicocele sono sub- fertili né che esiste una correlazione tra gravità di varicocele e gravità della disfunzione testicolare.
Ci sono ancora elementi che sfuggono a tale riguardo.
Uno dei fattori critici ipotetici potrebbe esser legato al momento d’insorgenza del varicocele in rapporto allo stato puberale. Se l’affezione vascolare venosa inizia prima della pubertà, il testicolo ancora immaturo può soffrire di più rispetto al controlaterale creando una maggiore probabilità di sub-fertilità.

Un articolo del Dott. Andrea Militello, Urologo Andrologo 

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